NAUMACHIE
Ubicate nei pressi dell’antico Foro, oggi Piazza Vittorio Emanuele, nel quartiere Giardinazzo, la cosiddetta Naumachia è una grande costruzione formata da un muro di contenimento in mattoni, lungo 122 metri e alto 5. L’opera fu realizzata in età romana e più precisamente nel II sec. d. C a ridosso di un preesistente muro in conci squadrati facente parte della stoà greca della città. Lo spazio fra il muro greco ed il muro romano era occupato da una grande cisterna d’acqua, che doveva servire per l’approvvigionamento idrico della parte mediana della città, nonché per l’alimentazione delle fontane, che dovevano essere presenti nelle 18 grandi nicchie, (larghe 3 metri profonde 1,70 e alte quanto il muro) che decoravano per tutta la sua lunghezza la parte esposta del muro. Alterne ad esse delle piccole nicchie, che contenevano statue di divinità e di eroi. Nelle nicchie del ninfeo si documenta il ritrovamento del torso di Apollo in marmo pario.
Il nome Naumachia significa letteralmente "battaglia navale" e fu dato al nostro monumento impropriamente dall’olandese Jacques- Philippe D’Orville, che nella sua opera “Sicula”, edita postuma nel 1764, lo interpretò come un’area che accoglieva un circo acquatico, realizzato dai Romani per le rappresentazioni di battaglie navali. L’autore fu smentito dal Gallo, che interpretò il monumento come una grande palestra Ginnasio adiacente all’area del Foro, luogo nel quale si curava l'educazione psico-fisica dei giovani.
Le Naumachie sono state riportate alla luce nel 1943.